Pagliar’ – Pagliaio.
Paglièr’ – Caseggiato dove si ammucchiavano le balle di paglia.
Paluien’ – Muffa (la e non si fa sentire).
Pannaccucùl’ – Primule.
Papp’l’ – Ragnatela.
Paruócch’l’ – Parte nodosa di un legno.
Parziunal’ – Contadino che lavora un campo altrui e che risarcisce il proprietario con un certo quantitativo, preventivamente stabilito, di prodotti della terra; mezzadro.
P’rcià – Dicesi di liquido che, dopo aver intriso e saturato un panno, uno straccio o qualsivoglia oggetto, sgocciola dall’altra parte.
P’rt’car’ – Aratro.
P’tazz’ – Terreno incolto.
P’ttural’ – Cinghia che passa sotto il collo del cavallo e impedisce che la sella scivoli all’indietro.
Pèn’l’ – Grappolo d’uva.
Pènn’ – Pendere.
Pèrn’ – Si tratta di un grosso ammasso di fieno che viene ammucchiato intorno a un palo di legno a cui attingono gli animali.
Pétt’l’ – Lembo di camicia che fuoriesce dai pantaloni.
Picce – Gavetta di alluminio per conservare il cibo (le due c hanno suono dolce; la e non va letta).
Piccelatiérr’ – Impasto intrecciato a forma di corona nel cui buco si mette un uovo crudo, dopodiché il tutto viene messo a cuocere nel forno. Specialità tipica del periodo pasquale (la prima e non si fa sentire; per la pronuncia della doppia r vedi abbarr’).
Pignon’ – Piccolo ammasso di covoni, costituito da ventuno grègn’.
Pird’ – Peto.
Pisciatùr’ – Vaso da notte, orinale.
Pisciott’ – Urina.
Pisc-con’ – Grosso masso (per la pronuncia vedi crusc-ch’)
Pi-uz’ – Pezzetto di legno, lungo circa venti centimetri, adoperato in un gioco detto mazza pi-uz’ (lippa).
Piccius’ – Capriccioso.
Piscelicchie – Piccole stalattiti (le due e non vanno pronunciate).
Pòcch’ – Termine di origine incerta e da molti anni in disuso; è una sorta di esclamazione che significa: addirittura (le due c hanno suono duro come in bocca).
Prèn’ – Incinta.
Puc’ – Parte filamentosa della spiga di grano, ruvida al tatto (la c ha suono duro).
Pulén’ – Pretesto, scusa (per attaccare briga).
Puliùs’ – Schizzinoso; pignolo.
Puluìn’ – Pulviscolo di neve trasportato dal vento.
Pump’nal’ – Versione maschile della maciàr’ (davanti al camino, nelle sere d’inverno, le nonne raccontavano come, questi uomini, nel periodo di luna piena, si trasformassero in lupi mannari).
Putatùr – Piccola roncola.
Purrit’ – Prurito.
Purritr’ – Puledro (per la pronuncia della doppia r vedi abbarr’).
Purtuàll’ – Arancia.
Purtus’ – Buco.
Putéie – Bottega, negozio (la e finale non si sente)
Putrusin’ – Prezzemolo.