Questa cultura prende il nome da due delle località che maggiormente hanno contribuito a rilevarne l’esistenza e a definirne i caratteri. Ai primi anni del 1960 risale, infatti, lo scavo sistematico della necropoli di Oliveto Citra (Salerno) da parte di Bruno D’Agostino, il quale ne intuì la posizione originale rispetto alla cultura di Cuma - Torre Galli, unico termine di confronto, allora, per la Fossakultur meridionale.
Pochi anni dopo una campagna di scavo a Cairano, unita all’individuazione e allo studio di reperti conservati in collezioni private, ma provenienti dalle stesse zone, consentì di contemplare e fissare le caratteristiche peculiari di questa cultura.
La cultura di Oliveto - Cairano si distingue da quella di Cuma e della Valle del Sarno sia nei bronzi sia nella ceramica.
I dati più abbondanti e più completi sono quelli provenienti da Cairano: i più antichi risalgono all’inizio del IX sec. e abbiamo testimonianze fino alla piena metà arcaica. Nelle tombe più antiche sono presenti solo oggetti metallici, consuetudine ampiamente diffusa. Vi sono reperti di fibule ad arco serpeggiante con grossa molla e delle fibule ad arco, posteriori alle prime. Nel corso dell’VIII sec. il repertorio dei bronzi si arricchisce delle fibule ad occhiali senza supporto e di quelle a sanguisuga con staffa simmetrica che si evolvono, rispettivamente, nella seconda metà del secolo.
Proprio questi ultimi, insieme alle fibule ad occhiali costituiscono gli elementi di maggiore differenziazione della cultura Oliveto - Cairano rispetto alle altre culture campane dell’età del ferro, sia quelle «delle tombe a fossa» sia, soprattutto, quelle villanoviane.